The Void Paradox

Where the profound darkness and reality convergence

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Pontecorvo ‘is high’ tonight

Cari lettori e lettrici, benvenuti! Come diceva Richard Feynman, “La fisica è come il sesso: sicuramente ha delle applicazioni pratiche, ma non è per questo che la facciamo.”

Bruno Pontecorvo: una figura straordinaria, non solo per il suo genio scientifico, ma anche per il suo carattere affabile e il suo spirito giocoso, capace di affascinare chiunque lo incontrasse. Professore di fisica delle particelle elementari, Pontecorvo incarnava l’essenza dello scienziato che sa rendere accessibile anche la materia più complessa. I suoi studenti lo ricordano come un uomo amabile, sempre pronto a condividere la sua conoscenza con passione e umiltà.

Una delle testimonianze più curiose è quella di Giuseppe Longo. Longo racconta un episodio che illumina l’umanità e l’originalità di Pontecorvo. Un anno, Giuseppe chiese al professore se fosse possibile anticipare un esame. Senza esitazione, Pontecorvo accettò, proponendo: “Ti va bene domani sera? Vieni a cena alla Casa dello Scienziato e lo facciamo lì”. L’offerta, così informale e spontanea, rifletteva l’approccio unico di Pontecorvo.

Nonostante la rilassatezza del contesto, Giuseppe era visibilmente teso: l’esame era impegnativo. Durante la cena, tra una portata e l’altra, il professore iniziò l’interrogazione. Mentre la cameriera sparecchiava i piatti, Longo scriveva formule su tovaglioli di carta, cercando di dare il meglio di sé. Alla fine, con un sorriso sereno, Pontecorvo dichiarò: “Va bene, sei promosso!”. Questo episodio, per quanto aneddotico, rifletteva il suo metodo d’insegnamento: libero da formalismi ma profondamente orientato alla sostanza.

Bruno Pontecorvo non era solo un docente; era un uomo che amava la compagnia dei suoi studenti anche fuori dalle aule universitarie. Inseparabile dalla sua vena umoristica, era famoso per gli scherzi. Durante la settimana, gli studenti vivevano e studiavano a Dubna, sede dell’Università e del laboratorio dove Pontecorvo lavorava, ma nel fine settimana si recavano a Mosca, spesso in treno. Anche il professore, nonostante disponesse di un’automobile, preferiva condividere quel viaggio con loro.

Una delle sue burle preferite coinvolgeva i controllori del treno. Pontecorvo si divertiva a presentare biglietti scaduti o errati, mettendo in evidente difficoltà il povero controllore. La scena si trasformava in un piccolo teatro comico: il professore frugava nelle tasche con aria innocente, mentre gli studenti, divertiti, tifavano per lui. Immancabilmente, il biglietto corretto saltava fuori all’ultimo momento, regalando un sospiro di sollievo al controllore.

Ma chi era veramente Bruno Pontecorvo, al di là di questi episodi? Nato a Pisa nel 1913, in una famiglia di origine ebraica, Pontecorvo si formò in un’epoca di grande fermento scientifico. Fu allievo di Enrico Fermi e parte del celebre gruppo dei “ragazzi di via Panisperna”, contribuendo agli studi pionieristici sulla fisica nucleare. Dopo aver lasciato l’Italia a causa delle leggi razziali, lavorò in Francia, negli Stati Uniti e in Unione Sovietica, dove trovò rifugio nel 1950. A Dubna, Pontecorvo si dedicò a ricerche fondamentali sui neutrini, particelle elusive che avrebbero rivoluzionato la fisica moderna.

Il suo contributo scientifico è incalcolabile. Pontecorvo fu tra i primi a ipotizzare l’oscillazione dei neutrini, un fenomeno che avrebbe trovato conferma solo decenni dopo e che gli valse un posto d’onore nella storia della fisica. La sua capacità di vedere oltre l’orizzonte della conoscenza lo rese una figura chiave nel panorama scientifico del XX secolo.

Bruno Pontecorvo non era solo un grande scienziato, ma un uomo che sapeva unire la profondità del pensiero con la leggerezza dello spirito. I suoi studenti e colleghi lo ricordano con affetto e ammirazione, come un maestro capace di ispirare non solo intellettualmente, ma anche umanamente. Il suo lascito non è solo nelle equazioni e nei teoremi, ma in quella rara capacità di rendere la scienza un’avventura condivisa, un viaggio di scoperta che coinvolgeva tutti coloro che lo circondavano.

Al prossimo articolo care amiche e amici!

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